lunedì 11 febbraio 2013

Capitolo 3

Intanto arrivarono gli agenti della scientifica che prelevarono il corpo della vittima; scoprirono, impigliata in un cespuglio a pochi metri dal corpo, una sciarpa di seta con un forte odore di droga. Anche quella fu portata nel laboratorio della scientifica, ma sembrava non appartenere alla scena del crimine. Stuard ci ragionò sopra, guardando e riguardando i suoi appunti: era ovvio che è stato sparato da dietro, ma quelle impronte sembravano essere davvero giganti, e comunque l'assassino aveva avuto tutto il tempo per cancellare tutte le altre tracce. Aveva in mano due carte inutili che lo tormentavano, finchè non ebbe una sorta di visione: aveva già conosciuto la vittima. Stuard si ricordò tutto ad un tratto che, quando era un giovane poliziotto, una squadra guidata dal collega Patrick Fildest, aveva arrestato quell’uomo per traffico di droga, triplice omicidio, rapina di più negozi, resistenza a pubblico-ufficiale e per non aver pagato le tasse. L' investigatore rimase in piedi tutta la notte a cercare la copia dei fascicoli nell' archivio del commissariato di quando era poliziotto. Li trovò e, di nascosto, li portò nel suo vecchio studiolo dove ritrovò anche il computer portatile che usava. Scoprì che si chiamava Giovanni De Giovannis: era in realtà un imprenditore disonesto che cambiava spesso identità per nascondere quello che aveva fatto, e quindi non essere preso, dopo essere scappato dal carcere. Ma scoprire l’identità della vittima è stato inutile: non riusciva a collegare niente all’assassino che era ancora libero. E poi c’era quella sciarpa di seta.. un pezzo unico, fatto a mano, con delle iniziali ricamate... 5ªTP "Bruno da Osimo"

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