Capì subito che si trattava di un omicidio.
Iniziò ad esaminare il cadavere e si accorse che vicino all'uomo c'era una valigetta da viaggio aperta con dentro una carta d'identità>
statunitense, un milione di euro e un passaporto francese. In entrambi i documenti c'era la stessa fotografia della vittima ma risultavano due
diverse identità con nomi e nazionalità differenti.
Notò anche che la vittima indossava vestiti lussuosi con tanto di un vistoso papillon a pois e scarpe nere lucide come se fosse pronto per una
serata di gran gala.
Le mani erano ben pulite, candide e morbide, prive di ferite o di segni di lotta, ma data l'età anziana della vittima abbastanza rugose.
Osservando con attenzione arrivò a dedurre che potesse essere un manager forse ora in pensione.
Ha poi continuato ad esaminare la ferita che partiva dalla schiena e finiva nella pancia, trapassando l'intero corpo. Stuard, seguendo la
traiettoria dello sparo, arrivò a capire che chi aveva sparato, l'aveva fatto da una porta sul retro da cui il detective uscì e lì trovò delle
impronte umane di un grosso e pesante scarpone che portavano allo stagno vicino alla casa.
Andò a perlustrare anche là e scoprì che vi era abbandonata a terra, una pistola.
Raccolse gli ultimi indizi da inviare al laboratorio e tornò alla sua dimora.
Sfogliò le pagine scritte del suo taccuino con i dati raccolti e capì che era di fronte ad un vero e proprio enigma.
Eleonora B., Matilde C. e Margherita S.
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